Le mani della madre
In “Le mani della madre” Massimo Recalcati ripropone una riflessione profonda a partire dalla concretezza esistenziale dell’essere madre, padre, figlio, in questo tempo, utilizzando gli strumenti concettuali della psicanalisi.
La domanda da cui prende avvio il saggio è la seguente: “Cosa resta della madre nel nostro tempo?”. L'autore si chiede cosa rimanga in questa epoca della visione patriarcale secondo la quale la madre è contraddistinta dal sacrificio e dall'abnegazione, e la maternità è il destino ineluttabile dell’essere donna. Ma l’autore presenta anche le criticità della versione ipermoderna della madre che vive i figli come un limite alla propria affermazione sociale. Ora che la maternità non dipende più dalla capacità generativa e dal sesso del genitore si mettono in crisi le evidenze che regolavano il processo di filiazione, ovvero: “la generazione deriva dal coito, la sessualità è condizione prima della generazione, la funzione paterna e quella materna sono sostenute rispettivamente da una madre (femmina) e da un padre (maschio)”.
Se essere madre pare non essere più un destino naturale della donna, ma una scelta di libertà; se sessualità e procreazione non sono più un binomio indissolubile; se la nozione neutra di genitore (1 e 2) sembra voler sostituire quella di padre e di madre, la funzione materna ha ancora una centralità attiva nel processo di filiazione e di umanizzazione?
L’esplorazione di Recalcati si avvia così lungo un sentiero nuovo. Egli sostiene che l’eredità più vera della maternità sia legata al desiderio della donna-madre.
La domanda da cui prende avvio il saggio è la seguente: “Cosa resta della madre nel nostro tempo?”. L'autore si chiede cosa rimanga in questa epoca della visione patriarcale secondo la quale la madre è contraddistinta dal sacrificio e dall'abnegazione, e la maternità è il destino ineluttabile dell’essere donna. Ma l’autore presenta anche le criticità della versione ipermoderna della madre che vive i figli come un limite alla propria affermazione sociale. Ora che la maternità non dipende più dalla capacità generativa e dal sesso del genitore si mettono in crisi le evidenze che regolavano il processo di filiazione, ovvero: “la generazione deriva dal coito, la sessualità è condizione prima della generazione, la funzione paterna e quella materna sono sostenute rispettivamente da una madre (femmina) e da un padre (maschio)”.
Se essere madre pare non essere più un destino naturale della donna, ma una scelta di libertà; se sessualità e procreazione non sono più un binomio indissolubile; se la nozione neutra di genitore (1 e 2) sembra voler sostituire quella di padre e di madre, la funzione materna ha ancora una centralità attiva nel processo di filiazione e di umanizzazione?
L’esplorazione di Recalcati si avvia così lungo un sentiero nuovo. Egli sostiene che l’eredità più vera della maternità sia legata al desiderio della donna-madre.
Massimo Recalcati vive e lavora come psicoanalista a Milano. Ha discusso la sua tesi di laurea in Filosofia, dal titolo "Desir d'être e Todestrieb. Ipotesi per un confronto tra Sartre e Freud", con il prof. Franco Fergnani nel Luglio 1985. Nel 1989 si è specializzato presso la scuola di Psicologia di Milano diretta da Marcello Cesabianchi. Ha discusso la sua tesi di specializzazione in Psicologia, dal titolo "Analisi terminabile ed interminabile. Note sul transfert", con il prof. Enzo Funari. Ha svolto la sua formazione analitica a Milano con Carlo Viganò e a Parigi con Jacques-Alain Miller ed Eric Laurent tra il 1988 e il 2008.
Ha fatto parte del Campo freudiano per anni occupando incarichi istituzionali nazionali e internazionali. Attualmente è membro analista dell’Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi e di Espace Analytique.
Ha insegnato nelle Università di Padova, Urbino, di Bergamo e di Losanna. Insegna Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente tiene il corso "La lezione clinica di Jacques Lacan" per il Laboratorio di psicoanalisi e scienze umane del Dipartimento di scienze umane dell'Università degli Studi di Verona. È direttore scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA - Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata.
Nel gennaio del 2003, insieme ad alcuni amici e colleghi, ha fondato Jonas Onlus Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi. Ha svolto una intensa attività di supervisione clinica presso diverse istituzioni della salute mentale (Comunità terapeutiche, Centri di psicoterapia, SERT, Reparti ospedalieri) in diverse città: Bologna, Torino, Roma, Firenze, Milano.
Dal 2006 è supervisore clinico presso il reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il suo lavoro teorico sull’insegnamento di Jacques Lacan le sue ricerche cliniche sulla Psicopatologia contemporanea, in particolare sull’anoressia, la bulimia e i disturbi alimentari e la sua riflessione sulla figura del padre nell’epoca ipermoderna, sono diventati punti di riferimento e di formazione stabili e riconosciuti.
Ha collaborato e collabora con diverse riviste specializzate nazionali (aut-aut, Lettera, Pedagogika) e internazionali (Revue de la Cause freudienne, Psychanalyse, Clinique lacanienne), per le pagine culturali del quotidiano Il Manifesto (2001-2011) e, dal 2011, per quelle di Repubblica.
Dirige la Collana di Studi di psicoanalisi applicata Jonas, presso la Franco Angeli e ha diretto la collana Arcipelago, Ricerche di psicoanalisi contemporanee presso Bruno Mondadori. Dirige la collana Eredi dal 2014 per Feltrinelli e la collana Studi di Psicoanalisi dal 2015 per la casa editrice Mimesis. Le sue numerose pubblicazioni sono tradotte in diverse lingue.
Nel 2015 ha ricevuto il Premio internazionale per la Cultura Mediterranea della Fondazione Carical, per la sezione Scienze dell’uomo, "... per il valore innovativo del suo pensiero”.
Nel 2016 ha ricevuto il Premio "Il Sogno di Piero" dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, “... visto lo straordinario contributo offerto dalla sua ricerca nell’ambito della psicoanalisi, soprattutto, nell’approfondimento ed analisi del pensiero di Jacques Lacan e per aver in più occasioni affrontato la necessità del fare, alla base della produzione dell’arte”.
Ha fatto parte del Campo freudiano per anni occupando incarichi istituzionali nazionali e internazionali. Attualmente è membro analista dell’Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi e di Espace Analytique.
Ha insegnato nelle Università di Padova, Urbino, di Bergamo e di Losanna. Insegna Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente tiene il corso "La lezione clinica di Jacques Lacan" per il Laboratorio di psicoanalisi e scienze umane del Dipartimento di scienze umane dell'Università degli Studi di Verona. È direttore scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA - Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata.
Nel gennaio del 2003, insieme ad alcuni amici e colleghi, ha fondato Jonas Onlus Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi. Ha svolto una intensa attività di supervisione clinica presso diverse istituzioni della salute mentale (Comunità terapeutiche, Centri di psicoterapia, SERT, Reparti ospedalieri) in diverse città: Bologna, Torino, Roma, Firenze, Milano.
Dal 2006 è supervisore clinico presso il reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il suo lavoro teorico sull’insegnamento di Jacques Lacan le sue ricerche cliniche sulla Psicopatologia contemporanea, in particolare sull’anoressia, la bulimia e i disturbi alimentari e la sua riflessione sulla figura del padre nell’epoca ipermoderna, sono diventati punti di riferimento e di formazione stabili e riconosciuti.
Ha collaborato e collabora con diverse riviste specializzate nazionali (aut-aut, Lettera, Pedagogika) e internazionali (Revue de la Cause freudienne, Psychanalyse, Clinique lacanienne), per le pagine culturali del quotidiano Il Manifesto (2001-2011) e, dal 2011, per quelle di Repubblica.
Dirige la Collana di Studi di psicoanalisi applicata Jonas, presso la Franco Angeli e ha diretto la collana Arcipelago, Ricerche di psicoanalisi contemporanee presso Bruno Mondadori. Dirige la collana Eredi dal 2014 per Feltrinelli e la collana Studi di Psicoanalisi dal 2015 per la casa editrice Mimesis. Le sue numerose pubblicazioni sono tradotte in diverse lingue.
Nel 2015 ha ricevuto il Premio internazionale per la Cultura Mediterranea della Fondazione Carical, per la sezione Scienze dell’uomo, "... per il valore innovativo del suo pensiero”.
Nel 2016 ha ricevuto il Premio "Il Sogno di Piero" dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, “... visto lo straordinario contributo offerto dalla sua ricerca nell’ambito della psicoanalisi, soprattutto, nell’approfondimento ed analisi del pensiero di Jacques Lacan e per aver in più occasioni affrontato la necessità del fare, alla base della produzione dell’arte”.